Una “manovra finanziaria” da 298 milioni di euro, in cui la parte del leone tra le entrate la fanno i tributi comunali – a iniziare dagli oltre 33 milioni della Tari e i 22 milioni abbondanti dell’Imu – e i 25 milioni provenienti dal Fondo unico della Regione Sardegna, mentre in uscita emerge l’incremento delle spese correnti, partendo dai 67 milioni di euro per contrastare le emergenze in ambito sociale per proseguire con i 38 milioni per lo sviluppo sostenibile e la tutela del territorio e dell’ambiente, con i 30 milioni che servono per far girare la macchina amministrativa a pieno regime e con i 13 milioni destinati all’istruzione e al diritto allo studio. Sono i numeri del Bilancio di previsione approvato questa mattina dal consiglio comunale su proposta dell’assessore alle Finanze, al Bilancio, alla Programmazione e all’Innovazione, Giuseppe Masala.
L’ok dell’aula arriva ad appena 24 ore dal via libera della competente commissione consiliare, con cui si era concluso un iter avviato dagli uffici attraverso il confronto con i vari settori e la fase delle scelte politiche, confluite nel documento contabile licenziato dalla giunta di Palazzo Ducale. Come ha spiegato il sindaco di Sassari, Giuseppe Mascia, «la sua stesura ha coinvolto settori comunali, organizzazioni sindacali, comitati di quartiere e associazioni, mirando a intercettare le reali esigenze della città».
Uno degli obiettivi perseguiti è stato quello di liberare risorse correnti grazie all’estinzione anticipata dei mutui contratti nel corso delle amministrazioni precedenti, garantendo maggiore flessibilità e sostenibilità finanziaria. Mentre prosegue l’investimento sul personale, con uno stanziamento di mezzo milione per incrementare il trattamento accessorio dei dipendenti comunali, e nonostante l’aumento generalizzato dei costi non abbia portato al depotenziamento dei servizi essenziali – dagli asili nido al trasporto scolastico, dalla mensa alla pulizia – restano invariate le tariffe tributarie per famiglie e imprese, così da garantire stabilità contributiva in un contesto economico difficile. Questo nonostante una riduzione dei trasferimenti erariali di 566 mila euro fino al 2028, destinata ad aumentare a 959 mila euro nel 2029.
Tra le spese più significative spiccano i 27 milioni per la raccolta dei rifiuti, gli 8 milioni dei servizi per l’infanzia e i minori, i quasi 8 milioni dell’illuminazione pubblica. Significativo l’impegno alla voce Investimenti: 28 milioni nel 2026, 9 milioni nel 2027 e 6 milioni nel 2028. Le grandi scommesse sono la riqualificazione urbana al centro storico, gli interventi finanziati col Pnrr, l’acquisto e la manutenzione di immobili destinati ai progetti di social housing e all’edilizia residenziale pubblica, ma anche gli interventi infrastrutturali su strade e sul patrimonio culturale gestito attraverso la rete Thamus. Prosegue, infine, l’impegno per il miglioramento di impianti sportivi e strutture scolastiche.
«Si tratta di un piano rigoroso e socialmente attento, con una forte enfasi sulla sostenibilità finanziaria a medio termine, la riduzione dell’indebitamento e il mantenimento dei servizi essenziali – ha rimarcato l’assessore nell’introdurre la discussione in aula – nonostante le sfide poste dall’inflazione e dalla riduzione dei trasferimenti statali».