Sarà la Valutazione di impatto ambientale a dire come la messa in sicurezza idraulica del Fosso della Noce potrà soddisfare la volontà del sindaco di Sassari, Giuseppe Mascia, di realizzare un’opera fortemente ridimensionata rispetto a quella prevista attualmente, per preservare l’area e realizzare un parco urbano in continuità con la valle del Rosello. La sfida dell’amministrazione Mascia ha mosso i primi passi oggi, con la firma del contratto tra Comune e “Consorzio Stabile Progettisti Costruttori”, capofila del raggruppamento che si è aggiudicato l’appalto integrato da oltre 4 milioni e 200mila euro per progettare e realizzare quello che nel dibattito pubblico ha assunto il nome di “canalone”. «La firma odierna è una tappa fondamentale, necessaria per non perdere il finanziamento e per poter mettere in sicurezza l’area – spiega il sindaco di Sassari – ma come abbiamo sempre detto quell’intervento sarà completamente rivisto».
La linea dell’amministrazione Mascia è chiara. «È un’opera estremamente impattante, molto costosa, eccessiva rispetto al rischio idraulico che dovrebbe contenere e vincolante per il futuro dell’area», ha sempre detto Giuseppe Mascia. «Realizzeremo un grande parco urbano, una cerniera verde tra diversi punti della città, che assolva varie funzioni sociali, contribuisca alla rigenerazione di Sassari Vecchia e dei quartieri vicini e mitighi gli effetti dei cambiamenti climatici», è l’impegno ribadito oggi.
Nel 2020 il Comune di Sassari ha avviato un piano da 10 milioni di euro per mitigare il rischio idrogeologico, focalizzandosi sulla dorsale dall’acquedotto a Predda Niedda. Qui s’inserisce l’intervento più controverso e dibattuto, uno dei tanti irrisolti che Sassari si trascina da anni: la messa in sicurezza del Fosso della Noce. Palazzo Ducale ha ottenuto 5 milioni di euro dal Ministero, che ha inserito l’intervento tra le misure previste nel Pnrr. Col contributo regionale di 460mila euro, la dotazione è di 6 milioni di euro.
Il Comune ha affidato i servizi di ingegneria e architettura, ha definito il Progetto di fattibilità tecnico-economica e ha indetto la conferenza di servizi preliminare per ottenere i pareri tecnici degli enti coinvolti, tra cui Soprintendenza e Regione. Nel 2022 il consiglio comunale ha detto sì all’esproprio delle aree interessate e si è giunti all’appalto integrato per progettazione definitiva ed esecutiva ed esecuzione dei lavori.
Oggi il progetto prevede un alveo da 890 metri, in gran parte a cielo aperto, per raccogliere e allontanare le portate di piena eccezionale ed evitare allagamenti di case, strade e giardini. Si ritiene che l’acqua possa superare i terrapieni di viale Trento e viale Trieste per raggiungere il Rio San Giovanni attraverso la Valle del Rosello. È previsto che la larghezza massima della parte a cielo aperto, lunga 372 metri, sia di 7 metri. Per realizzarla verrebbero usati materiali naturali come terra, pietrame e piante. Nei parcheggi di Santi Angeli, Provincia, Banco di Sardegna e condomìni, il canale largo 4 metri e lungo 209 metri verrebbe realizzato in calcestruzzo e sarebbe coperto con una griglia carrabile, per preservare i posti auto esistenti. Sarebbero in cemento anche i tratti sotto i due terrapieni di viale Trento e viale Trieste, che verrebbero superati attraverso la trivellazione orizzontale. Prevista la rimozione di alcuni alberi e il rinverdimento del nuovo canale con essenze autoctone e nuovi alberi.
Sebbene la norma non lo imponesse, è stato attivato il procedimento di assoggettabilità alla Valutazione di impatto ambientale da parte degli uffici regionali. La procedura ammette l’individuazione di alternative progettuali, come auspica il sindaco Mascia. Già oggi, a margine dell’incontro per la sottoscrizione del contratto, sono state avviate le interlocuzioni con i progettisti per individuare le migliori soluzioni.
«L’ho detto più volte e lo ribadisco: io il canalone non lo faccio», conferma Giuseppe Mascia. «Il progetto di chi ci ha preceduto non è compatibile con la nostra aspettativa di preservare le specificità ambientali dell’area, di tutelarne le biodiversità e di favorirne la valorizzazione e la fruizione da parte della comunità», dichiara. «Decideremo tutti assieme come tornare in possesso delle nostre valli e connetterle al contesto urbano – aggiunge – ma prima di tutto occorre rendere l’intervento di mitigazione compatibile con la duplice esigenza di prevenire il rischio idraulico e riqualificare l’area». La volontà è quella di «realizzare le sole opere necessarie a mettere in sicurezza la valle – conclude Giuseppe Mascia – e perseguire l’obiettivo di fare di Sassari una città dei parchi, come previsto nelle Linee programmatiche».